giovedì 12 marzo 2015

[MUSIC] EUROPE - WAR OF KINGS ! Recensione, perchè sì, Stay dice anche questo! ROCK ON!


"Under the ranging northern sky"
Potenza, boia che potenza, frase potente! Soccia se è potente! Cioè nel senso che se non si è capito è proprio potente.
Come mio solito, questa non sarà una recensione abituale scritta in modo normale come generalmente sono scritte le normali recensioni su riviste. Ci saranno diversi toni, perché sì, è il mio blog e slengo, perché sono fatto così anche nella serietà. Intanto, dico che non so se riuscirò ad inserire molte volte la parola OPPAI! Vediamo un pò.

Prefazione! Chi sono gli Europe! Per quei somari che non sanno chi siano, sono quelli di The Final Countdown! (XD) Ma per quelle capre che li conoscono solo per TFC (da ora abbreviamo), ricordo che hanno all'attivo una cannonata di album con tanti pezzi importanti, e che dopo la pausa pranzo presa nel 92 (parole di Ian, che mito XD) sono tornati nel 2004 e ad oggi hanno inciso 5 nuovi album (10 contando quelli del passato). L'ultimo uscito proprio pochi giorni fa è WAR OF KINGS, disco di cui ho voglia di dire giusto 2 o 3 cosine.
Oltre questo gli Europe sono una delle mie 2 band preferite, sono cresciuto con loro (sì, genitori che ti tirano su con gente capellona che suona rock e spara assoli), e sono in assoluto la band che più volte ho visto dal vivo (13 volte dal 2004, potevo fare di più dannato denaro). Nonostante questo, (da fan che in casa non ha quadri, ma gigaposter di sti tizi appesi anche nell'ingresso) la mia recensione è obiettiva e non sarò influenzato, perché? Perché il fan vero non è il folle che difende a spada tratta o che elogia a prescindere, è quello che vive per intero l'esperienza e la commenta come deve essere, senza pregiudizi, perché a fare i piacioni non si aiuta nessuno, non si fa del bene, ed è proprio chi si sente più vicino al gruppo che dovrebbe essere più oggettivo possibile. Fortunatamente mi riesce.

Allora, WOK. Il primo ascolto è stato un casino, generalmente è un bene. Perché quando un disco non lo si comprende al primo ascolto, vuol dire che in teoria non sarà un disco usuale, di routine. Prima di comprenderlo l'ho dovuto ascoltare e riascoltare, troppe volte forse, ma dovevo capirlo al pieno prima di scriverne. Come dicevo, è stato un casino il primo ascolto, mi aspettavo qualcosa di più Europiano a dire il vero, alcune cose mi hanno spiazzato, non le ho capite lì per lì. Il fatto è che: questi Europe, ogni album che fanno è diverso dal precedente, sembrano sempre alla ricerca di loro stessi. Pensavo che si erano trovati con BAG OF BONES, quindi sentendo la title track (uscita prima) mi aspettavo qualcosa ancorato a BOG. E invece no................ veniamo alla track by track.

War Of King, la opening, la title track. Potente, è potente, ma è anche cupa, oscura, dannatamente cupa. Ma è il classico pezzo in stile nuovi Europe che ti aspetti sia il singolo, insomma si riconoscono che sono loro, nonostante le tinte cupe. Ed è un gran pezzo, con un main riff che seppur semplice da riprodurre è di effetto, e con bridge che definirei un colpo di genio (Norum con quegli arpeggini in semi clean d'effetto è un mostro, basti pensare a Start From The Dark). L'assolo è, è, Oppai! Bellissimo, devo essere sincero è da un po' di tempo mi mancano gli assoli di Norum per come li conoscevo, o meglio negli ultimi lavori mi piacevano meno che quelli di un tempo o quelli nei suoi lavori solistici. Questo mi ha fatto sperare alla strada ritrovata, è sublime. Mentre il testo, che si basa su un racconto nordico è la classica metafora che ci si aspetta dal poeta, per creare punti di domande nella testa degli ascoltatori, perché come suo solito, il testo non significa letteralmente il letterato (XD), ma è una metafora in altre parole "lo devi capire". Nel complesso pezzo meraviglioso.

Hole In My Pocket.... stone in my shoes, in effetti un sassolino nella mia scarpa me lo ha infilato. Wah, bello il wah, il mio effetto preferito, mi ha ricordato perfino Slash nel main riff. E nel complesso è una canzone veloce, un grido di rabbia. Che mi è piaciuta, si mi è piaciuta, sonorità decise e di impatto, ma anche l'avvicinamento ai 70's. Ma da qui si evince già un allontanamento da BOG, e si inizia a pensare che forse anche a questo giro...hanno cercato ancora loro stessi. L'unica nota negativa che ci ho trovato è il titolo, ok? Mi fa' cagare il titolo, lo volevo dire e l'ho detto. Leggi la guerra dei re, e poi un buco nel mio portafoglio -.- mi prendi in giro Joey? Capisco la metafora del testo, ma è necessario sto titolo?

Second Day, diciamo che è un classico pezzo in stile nuovi Europe? Devo essere sincero mi ha ricordato roba proveniente da Secret Society, dico come sound, come riff, mischiato comunque a quella strada intrapresa con LLAE. Testo che parla della vicenda tra Russe e Ucraina, c'era da aspettarsi un testo su un argomento simile da Joey. Nel complesso una bella canzone anche se forse un po' semplice per i miei gusti.

Praise You... Primo pezzo che non mi ha esaltato tantissimo sono sincero, cioè mi pare un puzzle di roba ripescata. Anche qui si va sul classico, ma la cosa che mi è mancata è qualche riff degno di nota, è tutto basata sulla ritmica nella maggior parte, manca almeno un riff che uno dice "guarda che figa sta chitarra". Nella parte poco prima della fine quando inizia a dire "an a praise an a praise an a praise", mi ha ricordato a dritto gli Zeppelin, cioè anche il tono vocale è quello di un Plant. La canzone che mi ha ricordato è Over The Hills And Far Away. Una lode a te, si sostiene che sia dedicata alla moglie di Joey, ma in realtà potrebbe essere dedicata un po' a tutto anche "2 young lovers" può essere una metafora...potrebbe essere dedicata alla musica, a Plant, alle Oppai...insomma a tutto.

Nothing To Ya, mi è piaciuta anche tanto, bei riff di chitarra, bella canzone incazzata. Anche qui ho notato una similitudine nelle strofe con la voce di Plant, un Joey incazzato che tenta a tratti di emularlo, bella bella come cosa. Canzone bella insomma musicalmente, forte. Forse un po' troppi ya, ma bella bella.

California 405, WHOAAAAAAAA! Cazzo deh se è bella, atmosfera on the road sognando l'america, belle chitarre, bel testo. Un testo che anch'esso ti fa sognare, che proprio parla di un viaggio senza destinazione in queste immense strade, una metafora certo ma bellissima. Un ritornello che ti rimane nella testa, insomma mi è piaciuta un fottio. Mi ha ricordato anche un po' gli Eagles, non centra California, ma qualche tinta. Ecco sembra quasi che vogliano dire all'America "noi ci siamo". Pare quasi Southern Rock... la domanda è avrei preferito tutte canzoni su questo genere? Boh....

Days Of Rock N Roll, la mia canzone preferita! In origine era Out Of This World... ve ne rendete conto? Era la title track mai registrata di Out Of This World... nostalgia. Ovvio che è stata modificata, quello che un tempo era tastiera, oggi è quel riff bellissimo di chitarra. Insomma potente bella, bella. Anche qui ti dà quel senso di spensieratezza di un'atmosfera aperta. Anche qui pare Southern Rock a tratti. Mi viene quasi da pensare che la vena americana di Joey in realtà non si è mai consumata... 2 canzoni con queste tinte e a mio parere sono le più belle dell'album. E il bello è che rimangono in stile Europe.

Children Of The Mind, cupa, ed elaborata. Molto varia, l'atmosfera americana si è persa, e arriva un qualcosa quasi di psichedelico a tratti. Rimane un testo complesso, che anche se corto è una metafora difficile. Forse la canzone tecnicamente parlando più elaborata dell'intero disco. Bella.

Rainbow Bridge...ecco è, ma vaffanculo! Seriamente mi ha fatto girare i coglioni in modo assoluto se non c'era era meglio. Partiamo dal presupposto che se degli svedesi mi intitolano una canzone Rainbow Bridge, io penso subito che sia un qualcosa di epico, Asgard, leggende nordiche e cose simili! Mi aspetto una musica incazzata o una ballata magari con musiche folkloristiche del luogo. Piccola nota storica/leggendaria. Cos'è il ponte arcobaleno? Allora viene chiamato Bifrost, ed è il ponte che collega Asgard a Midgar (terra), è custodito da Heimdallr, che ne è l'osservatore, si narra che quando il ponte crollerà allora segnerà l'avvento del Ragnarock (la fine del mondo, e una nuova rinascita). Questo secondo le leggende nordiche. Un'altra leggenda degli indiani d'america, narra invece che il ponte arcobaleno è un conduttore verso il cielo, e ai piedi di esso ci sono le anime degli animali che attendono il suo padrone prima di varcare il ponte verso qualche sorta di luogo spirituale. Quindi mi chiedo... sta cazzo di musica araba (che sì, mi fa cagare) che cosa centra? E no, non è musica folkloristica svedese o nordica, è proprio musica che pare araba, egiziana nello specifico (una tinta araba si può trovare nell'assolo di the second day (che palle anche lì)). E quello che proprio è un controsenso gigantesco è pure il testo, che è un chiaro se non esplicito riferimento al bifrost...ma con quella musica non ha senso alcuno. Peccato perchè il ritornello si salva nella canzone, così come il testo. È  la musica (ritornello e assolo a parte) che è un troiaio semplicissimo e fuori contesto, come andare da Cracco e mangiare pasta al pomodoro, pasta della barilla e passata della conad... Sembra un errore di percorso sta canzone, o idee poco chiare o furia di finire, tirata via, nettamente la canzone più debole del disco, e la cosa mi fa alquanto incazzare. E quello che mi chiedo è come mai nessuno ha pensato di chiedere nelle interviste delucidazioni in merito a questa song? Alla fine è quella dove facendo 2 conti le domande nascono spontanee. Quando beccherò Joey, sarà una delle prime cose che gli chiederò, perché sì, non mi è ancora andata giù.

Angels (With Broken Hearts), la ballad...finalmente. Però è una ballad molto diversa da quelle hit come HERO, NEW LOVE IN TOWN etc. Come stile molto simile a Settle For Love, In My Time e a A Mother's Son. Anche se il ritornello rimanda a quella HIT non cercata per questa canzone. Al primo ascolto quello che più rimane impresso è appunto il ritornello, la canzone viene apprezzata di più dal secondo ascolto. Una canzone forse primitiva in quello che è la composizione, con poche variazioni, molto costante a se stessa, potrebbe risultare ripetitiva per questo motivo. Ma nel complesso è piacevole, per me lontana da una Hero. Diciamo che è una bella ballad ma non la più bella, avrei osato un po' di più dandogli quell'input tipico delle ballad europiane che ti rimangono addosso, anche perchè il testo è bello. Si parla di un omaggio a Jack Bruce, ma non solo a lui, diciamo che ognuno la può vedere dedicata a chi gli pare, parole stesse di Joey.

Light It Up... uno scoppio di troppe cose, onestamente mi è parsa una canzone messa lì, non so dire se è bella o brutta, mi resta nell'indifferenza, del tipo c'è ok, ma anche se non c'era era uguale. Non saprei come definirla diversamente, mi ricorda pezzi di dischi precedenti musicalmente, ma con una tinta presente in questo nuovo lavoro. Quindi è costante al disco, anche se ti rimanda prepotentemente ad altro che hai già sentito sempre da loro. È strana, ecco come definirla, è una canzone strana e confusa.

Vasastan, ecco l'avrei messa al posto della traccia 11. Perchè è una degna conclusione a questa nuova evoluzione. Ma anche un rimando ai tempi che furono, ho trovato un sound della chitarra che ricorda vagamente Aphasia. E poi è sentitissima, quello che piace a me è la musica sentita e qui non c'è altro da aggiungere. La reprise casinistica di WOK... può essere anche ganza, però infastidisce il fatto che sia attaccata a questo pezzo perchè te l'ascolti per forza se non ci cipolli. Avrei preferito fosse stata in una traccia separata.

In conclusione che devo dire di War Of Kings, che è un ottimo album di classic rock, e che è un omaggio appunto al rock classico. Se devo valutarlo da un profilo di originalità c'è poco da dire, perchè ovviamente non è un qualcosa di mai sentito, quindi non è una ventata d'aria fresca in questo termine, ma lo è per il fatto che di rock classico ormai... ecco il rock classico non c'è più. Perchè sì, ogni tanto fa' capolino qualcuno con un buon classic rock, ma si contano sulle dita delle mani questi tizi. Che poi ognuno lo fa' a modo suo. In questo caso gli svedesi lo hanno fatto a modo loro, perché hanno comunque mantenuto il loro stile anche in questa esperienza, che sono loro si capisce perfettamente, in ogni canzone. Quindi come dovrei definirlo? Evoluzione? Che loro siano arrivati alla meta, che abbiano trovato loro stessi? Ovvero che il loro genere sia uno dei più classici? Non lo so, e penso che non lo sappiano neanche loro visto le diverse tinte presenti nell'album. Per questo bisognerà aspettare un nuovo disco, perché è inutile pronunciarsi, anche con Bag Of Bones sembrava che fossero arrivati dove volevano arrivare, e invece poi no, altrimenti War Of Kings era diverso. Non andava a seguire certe onde musicali, poi altre, poi altre per poi tornare alla prima. Certo potrebbe sembrare l'evoluzione di Bag Of Bones su certi aspetti, ma non su altri. Quest'ultima trilogia è simile tra di loro per certi aspetti, e quindi fa' pensare che forse alla linea di arrivo ci siamo, ma non ancora. Una cosa è certa, gli Europe sono ancora confusi, ma nonostante questo riescono sempre a tirare fuori bei lavori. L'unica nota stonata almeno per me, è questa continua variazione, questa continua ricerca di se stessi. Vorrei che si trovassero in modo da diventare finalmente lineari ed evolversi solo su quello, invece che farsi riconoscere su più generi ma senza averne uno definito. Per spiegarmi meglio, se prendo un disco di Slash, e poi ne prendo un altro, lo stile è sempre quello, le canzoni sono sempre su quel filone (può capitare che ci sia quella diversa apposta), ci sono riff più fighi e altri meno, qualche evoluzione, ma rimangono in quel genere (così come la maggior parte delle band). Qui invece si va da un genere all'altro, quello che vorrei è... che trovino il loro vero IO e che finalmente vadano avanti con quello invece di sperimentare continuamente. In ogni disco c'è una parte di loro (bellissima), ma anche una parte che non è di loro (e la noti), altrimenti si fermavano, e queste parti si riconoscono. Fortunatamente riescono comunque a fare dei lavori eccellenti.

Per quanto riguarda la parte tecnica un applauso va a Mic! Le tastiere in questo disco sono tecnicamente avanzate e hanno un rilievo fondamentale. Oltre che il rilievo hanno anche parti proprie che senza esse le canzoni perderebbero molto del loro fascino. Poi abbiamo un Joey che tira fuori una voce... forse la migliore perfomance vocale dalla reunion. Ian e Leven che fanno il loro lavoro come al solito. E infine un Norum quasi ritrovato, che non osa troppo nella tecnica ma che con semplicità da calore, molto sentite la maggior parte dei riff di chitarra. E diciamo che sembra ormai ritornato a fare degli assoli melodici degni di Norum! Ad essere sincero mi sembra che ci sia molto più sentimento da parte del chitarrista in questo album rispetto al precedente. Nonostante non osi troppo, perché la maggior parte dei riff non sono complessi, sono sentiti, veramente tanto. Nella composizione generale, ci sono canzoni più alla furba e canzoni tecnicamente più avanzate... purtroppo o per fortuna, anche le canzoni con una composizione abbastanza semplice sono belle. Mi sarei aspettato magari una spinta in più sulla tecnica vista come composizione dato che la hanno. Nel senso il main riff di War of Kings si ripete per tutte le strofe, e non fanno così solo in quella canzone. Da parte mia è una scelta furba, onestamente da musicista avrei preferito un po' più variazioni in questo senso. Non ci voleva tanto a creare un riff diverso per la strofa senza cambiarne la parte vocale. Ecco questa è un'altra cosa che vorrei chiedere a Joey. Come detto la cosa si ripete anche in altre canzoni, e anche in altre canzoni del passato, e mi viene da chiedere, sarà voluta sta cosa? Oppure è una forzatura dovuta al tempo o al poco sbattimento? Eppure se prendo Start From The Dark...ecco lì non si scherza. È una cosa che mi chiedo da tanto... Insomma hanno tralasciato in parte ste cose per dare più spazio al sentimento, BOB era decisamente più vario a livello compositivo di questo disco ma meno sentimentale, cioè aveva molto meno groove. I testi sono i soliti testi/metafora del poeta, semplicemente belli come da tradizione. Voglio dire 2 robe anche sulla copertina, mi è piaciuta forse quella che più mi è piaciuta dalla Reunion, forse scontata ma bella. Anche perché il tema scacchi è stato un po' abusato ultimamente ma rimane comunque un gran tema.

Per finire, War Of Kings è un buon disco e lo consiglio a chiunque ami il classic rock per sentirlo in chiave Europe. Un disco potente e cupo, ma anche vellutato, e pieno di emozioni, con nuove sfaccettature della band. Personalmente gli do un 7.5, inizialmente ero propenso per un 8 ma... Rainbow Bridge si è portata via quel mezzo.

Come al solito questo è il mio punto di vista, spero che vi sia piaciuto leggere questa mia recensione, ovviamente non mi sono fatto influenzare e come dice il blog, scrivo quello che mi va di scrivere. E ora aspetto di rivederli on the road per sentire questi pezzi dal vivo!
Vi lascio al video della title track! OPPAI!
Stay RNFnR!


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